martedì 17 maggio 2016

Lettera aperta dei Partigiani della scuola Pubblica al Ministro Giannini: La chiamata diretta in Italia non funziona


Sig. ra Ministro Giannini,

In quale settore della Pubblica Amministrazione, il Dirigente sceglie i lavoratori? 

Il Procuratore sceglie chi far lavorare tra i Giudici ? I giudici scelti sono valutati dai detenuti? 

Il primario sceglie chi far lavorare tra i medici? I medici sono valutati dai pazienti?
Il Dirigente Pubblico sceglie chi far lavorare tra gli impiegati?

La risposta sembra ovvia e scontata, non è accaduto in nessun comparto della PA, è accaduto solo nella Scuola Statale Pubblica che il Dirigente scolastico possa scegliere chi far lavorare nella sua scuola, con criteri da lui stesso stabiliti, con l'unico vincolo che debbano aver superato un pubblico concorso perché questo (e solo questo di quanto disposto dalla riforma ) è scritto nella Costituzione.
 
Cosa succede nelle regioni ad alta densità mafiosa? Cosa succede se un Preside assume su base clientelare? 

Sarebbe utile che, accanto a quello delle categorie dei docenti e dei Dirigenti scolastici, anche il Suo operato di Ministro fosse sottoposto ad una doverosa riflessione, ad una necessaria ed attenta "autovalutazione ", visto che non si può imporre il funzionamento di una norma col ricatto della premialità o dell'esilio ma lo si deve dimostrare con i fatti al Paese reale, agli operatori ed agli utenti. 

E sono fatti di oggi, alla ribalta della cronaca scolastica, i recenti abusi figli della Sua Riforma, detta "buona scuola".
Conferire ai Dirigenti Scolastici il potere di distribuire bonus premiali ai docenti (non più che una mancetta, in realtà) si é rivelato oggi fonte di svariati abusi, di cui esempio eclatante risulta quello fornito dal Comitato di valutazione dell'istituto comprensivo "Jerace" di Polistena, che addirittura valuta in termini di numeri negativi, come criteri quindi di "demerito", il numero di assenze (anche per malattia), nonché eventuali rapporti di conflittualità dei docenti addirittura con gli Enti locali, criterio con cui si nega quindi agli insegnanti finanche il diritto /dovere di aprire o avere in atto contenziosi con questi ultimi pure per motivi personali.

E ancora ricordiamo la preoccupante ingerenza del Dirigente dell' IPSASR di Decollatura (CZ) sulla potestà genitoriale e sulla libertà di apprendimento degli alunni esercitata per mezzo di minacce di 6 in condotta e sospensione degli aiuti agli scrutini finali a quanti si fossero sottratti alle prove INVALSI .

Non é difficile capire che questo clima di conflittualità scatenato dall'esasperazione del meccanismo della valutazione e della premialità in alternativa all'esilio imposto dalla legge 107/2015 ai dirigenti e ai docenti applicato alle pratiche didattiche, che sfuggono alle logiche aziendalistiche cui si ispira la norma, ben lungi dal migliorare la qualità del servizio scolastico, danneggia gravemente la conduzione degli istituti, compromette gli equilibri relazionali all'interno delle scuole e scatena solo contenziosi.

Sarebbe saggio pertanto che il Ministro, oggi più che mai, alla luce dei fatti recenti, recuperasse il dialogo con le sigle sindacali quantomeno sulla formulazione di regole condivise ed oggettive per il reclutamento dei docenti, limitando le possibilità di ulteriori discrezionalità ed abusi da parte dei dirigenti, che non sono, come abbiamo visto, certo soggetti infallibili, ma umani e, di conseguenza, suscettibili di errori anche vistosi ed eclatanti.

A tal proposito, può giovare al Ministro ricordare che anche Dirigenti di sicura e comprovata competenza, scivolino sul meccanismo perverso innescato dalla legge 107/2015, quindi la prospettiva di ciò che attende operatori ed utenti, se si prosegue sulla strada attualmente tracciata, rimane assolutamente preoccupante.

La chiamata diretta in Italia non può funzionare, pertanto chiediamo di fermare il caos istituzionale e lo scempio in atto sulla Scuola Statale a causa di una riforma imposta con la fiducia al Parlamento, incostituzionale e non condivisa dalla stragrande maggioranza degli operatori.

mercoledì 4 maggio 2016

I Partigiani della Scuola Pubblica insorgono di fronte alle dichiarazioni di Renzi in difesa del concorsone.

Recentemente il Premier Renzi ha messo avanti la martoriata Costituzione per giustificare la necessità del concorso ad eliminazione dal quale usciranno solo 60.000 docenti dei 160.000 abilitati ammessi (anche se già gli esclusi non abilitati hanno vinto il ricorso ).
I vincitori verranno poi sottoposti ad un tirocinio di ben tre anni (dopo quello fatto per abilitarsi) in qualche remoto ambitoI Partigiani della Scuola Pubblica insorgono di fronte alle dichiarazioni di Renzi in difesa del concorsone. d'Italia scelto in base ad un algoritmo, da effettuarsi a stipendio ridotto, come se già non fosse abbastanza miserabile quello intero, che non consente neanche di sobbarcarsi un fitto di casa.
Non vogliamo qui fare l'apologia del "docente itinerante" o "migrante" ma della Costituzione italiana ancora una volta manipolata da chi la dovrebbe difendere.
E' vero che la Costituzione asserisce all'art. 97 che "Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso" ma aggiunge "salvo i casi stabiliti dalla legge" .
Il concorso deve essere dunque correlato ad un posto di lavoro, ad un "impiego" non ad un territorio di libero reclutamento (la Legge 107 prevede infatti titolarità non più di sede ma di ambito territoriale).
Con questa operazione da leguleio piuttosto che da legislatore, il Premier ha cercato solo di creare un ponte tra la Costituzione e la vergogna della "chiamata diretta" di mussoliniana memoria da lui voluta e introdotta.
In realtà, infatti, chi opera il reclutamento in base alla legge 107/2015 é un Dirigente scolastico, senza criteri stabiliti dalla norma, ma da lui medesimo, e questo non lo prevede la Costituzione italiana, che anzi sempre all'art. 97 pretende imparzialità e buon andamento per la pubblica amministrazione, ma la malafede di chi gestisce ormai lo Stato come cosa privata, personale, di chi non si relaziona con nessuna parte sociale, ma solo con lobby di speculatori e di affaristi, per i quali la scuola pubblica non é un servizio al cittadino, ma il prossimo ennesimo business per imprenditori assistiti dallo Stato.
É vero anche che la Costituzione all'articolo 36 recita "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa."
Non ci pare che un docente fuori sede possa, con quello stipendio, per giunta ridotto, sopravvivere senza aiuti dai familiari, se quelli che lavorano a Milano a stipendio pieno, nei giorni festivi, sono costretti a praticare giardinaggio a cottimo per non riuscire neanche così a sbarcare il lunario.
Inoltre, il Premier dimentica che il suo governo con il voto di fiducia ha "scelto", non costretto né vincolato da nessuno e da niente, di assumere 50.000 docenti in Fase C, di cui non tutti avevano i requisiti previsti dalla sentenza della Corte europea del 26 novembre 2014 , mentre molti, che devono passare oggi dalle Forche Caudine di questo concorso, ce li hanno.
Perché dunque il Governo con questa discutibile legge delega non ha invece scelto di assumere solo chi aveva maturato quei requisiti e non anche altri che in una scuola non avevano mai messo piede, come invece é avvenuto ?
Il concorso di oggi é stato infatti appositamente predisposto solo perché la maggior parte dei docenti ingiustamente esclusi dal piano assunzioni perdano definitivamente quei diritti riconosciuti loro dalla sentenza che avevano maturato con corsi universitari appositamente predisposti costati dai due ai tremila euro versati alle università pubbliche, ormai gestite in maniera privatistica, e diversi anni di servizio.
Non dimentichiamo che col piano assunzioni terminato a novembre sono stati creati migliaia di esuberi, sotto il nome di "Docenti di potenziamento," senza che fossero effettivamente coperti i posti vacanti in alcune classi di concorso, un vero capolavoro del danno erariale e del disservizio oltre che un oltraggio alla professionalità dei docenti.
In tutto ciò , poi, il premier non ha neanche lontanamente pensato con l'occasione di questa riforma, di ottemperare alla sentenza del TAR del Lazio che prevedeva il ripristino delle ore di insegnamento ingiustificatamente tagliate dalla Gelmini, per cui il Miur é commissariato da un anno.
Solo così si sarebbe, infatti, potuto assumere chi aveva maturato il diritto ripristinando un servizio pubblico reso da quei tagli molto meno efficace!
il premier ha pensato bene di mettere in atto una norma vessatoria nei riguardi dei docenti perché si giungesse ad una selezione darwiniana, non del migliore, in funzione delle esigenze dell'utenza, ma del più economicamente forte e politicamente meglio appoggiato.
Per questo, oggi i Partigiani della Scuola Pubblica sono in prima linea nella raccolta delle firme contro quattro gravissimi aspetti della legge 107/2015 , nella prospettiva che nel frattempo, una forza politica alternativa a quella che l'ha generata possa riservarle la definitiva "damnatio memoriae" che merita.
04/05/2016

venerdì 29 aprile 2016

SABATO 30 ORE 16.30 NUOVA RACCOLTA FIRME A NICASTRO PER IL REFERENDUM CONTRO LA “BUONA SCUOLA”





I Partigiani della Scuola Pubblica e il Sindacato Gilda sabato 30 aprile 2016 raccolgono le firme a Lamezia Terme Nicastro contro la Riforma della Scuola di Renzi e Giannini.
Dopo il successo del sabato scorso, la seconda raccolta si terrà in zona Palme sul corso Giovanni Nicotera, lato vasca, a partire dalle ore 16.30 fino alle 20. Tale raccolta firme riguarderà solo i residenti a Lamezia Terme.
Il referendum che si voterà il prossimo anno, interrogherà gli italiani su 4 nodi cruciali che, se non ben interpretati dagli italiani, porteranno la Scuola Statale Pubblica allo smantellamento come è già accaduto per la Sanità.
Le scuole, secondo la nuova riforma, saranno a pagamento, aziendalizzate, soggette a chiusura e con un reclutamento non qualificante dei docenti. Gli insegnanti non saranno più scelti  per titoli culturali concorsuali e di servizio, ma per chiamata diretta.
E’ facile quindi prevedere una gestione clientelare e arbitraria del singolo DS che, insieme agli sponsor, deciderà le sorti di studenti, docenti e famiglie.


martedì 26 aprile 2016

Giannini: 'Scuole aperte anche d'estate, anche nei giorni festivi' Nessuna resistenza da parte dei docenti? I docenti sono tutti in piazza a raccogliere le firme contro la Buona Scuola!





La tattica della rana bollita non funzionerà con il corpo docente, vogliamo comprendere bene le intenzioni del ministro, che, con la scusa del fine sociale (togliere i ragazzi dalle strade delle periferie dei grandi centri), pensa di attuare il suo vecchio progetto di prolungare l'orario di lavoro delle varie figure professionali in cambio di nulla o di una mancetta.
Attenzione! I giorni di scuola previsti attualmente in Italia sono dello stesso numero esistente negli altri paesi UE, con lievissime differenze. La media europea è di 185 giorni all'anno, noi ne facciamo ben 200 come Danimarca e Olanda. In tutta Europa, le ore di scuola coprono generalmente 5 giorni la settimana, eccetto in Francia dove è di soli 4 giorni, e in Italia, dove, in pratica, molte scuole hanno lezioni su 6 giorni.
Le vacanze estive da noi e in altri Paesi come Spagna, Cipro, Malta, Grecia, Portogallo durano  circa 13 settimane, a causa, come è facile intuire, del clima torrido estivo. Negli altri Paesi, come la Germania, le vacanze estive sono molto ridotte,  ma durante l'anno sono previste numerose pause anche piuttosto lunghe (come la vacanza di primavera e quella d'autunno).
E allora, cosa ha da recriminare il governo? Dobbiamo allinearci all'Europa solo quando fa comodo ai suoi interessi (la propaganda politica, il facile consenso della gente disinformata, ben aizzata contro gli insegnanti in decenni di discredito ben studiato a tavolino)? E i ragazzi...siamo sicuri che possano godere di benefici da questo eventuale cambiamento? Il ministro assicura che il prolungamento delle attività scolastiche non riguarderà le materie tradizionali ma altre attività come lo sport, la musica, attività di laboratorio che avvicinano i giovani ad un mestiere. Ecco che ritorna la questione “preparazione al lavoro”, il vero motivo dell'interesse  “magnanimo” dei nostri governanti. L'alternanza scuola-lavoro si è già palesata    come sfruttamento più che come reale formazione utile agli obiettivi dichiarati, come creazione di future manovalanze a basso costo più che come sviluppo di cittadini  pensanti e consapevoli. Sono numerose le voci che testimoniano questo, abbiamo avuto modo di constatarlo di persona, specialmente in certe zone meno ricche del nostro Paese.
E le ore di lavoro dei docenti? L’Ocse, al contrario di quanto vuol far intendere Treelle, ci dice che nella scuola primaria le 22 ore di insegnamento superano la media europea, pari a 19,6 ore; alle medie i nostri docenti stanno dietro la cattedra 18 ore a settimana, contro le 16,3 Ue; alle superiori l’impegno si equivale.  E anche se si vanno a confrontare le ore aggiuntive alle lezioni - preparazione e correzioni dei compiti, esami, colloqui con le famiglie, consigli di classe, scrutini – risulta che i nostri insegnanti dedicano alla loro professione quasi 39 ore a settimana. La vera differenza è nello stipendio, bloccato dal 2009: a fine carriera i docenti italiani prendono tra i 6mila e gli 9mila euro in mero rispetto ai colleghi d’oltre confine.
Caro ministro, noi non ci stiamo. Le vostre leggi sono incostituzionali e lo dimostreremo

domenica 24 aprile 2016

Grande successo alla raccolta firme di Lamezia terme

Comitato promotore Partigiani della Scuola Pubblica e Comitato Lip Lamezia​
Con la Cgil e i delgati gilda. presente la referente lametina No Triv e i 3 consiglieri comunali autenticatori Rosario Piccioni​ Giancarlo Nicotera​ Carolina Caruso
23 aprile: Grande successo alla raccolta firme di lamezia terme

mercoledì 20 aprile 2016

Sabato 23 aprile raccolta firme referendum scuola a Lamezia Terme. Salviamo la Scuola statale pubblica, perché non finisca come la Sanità.




I “Partigiani della Scuola Pubblica” raccoglieranno le firme per il prossimo referendum Scuola, sabato 23 aprile a partire dalle ore 11 in Piazza Ippolito (area scacchiera) presso la Madonnina di Nicastro. La raccolta durerà fino alle 19.30 circa
I docenti stanno raccogliendo le firme in tutta Italia contro la “Buona Scuola” di Renzi, perché continuano a non vedere di buon occhio una riforma della Scuola che di buono non ha nulla.
Una riforma che legittima gli abusi di potere dei dirigenti nel reclutamento clientelare e arbitrario degli insegnanti, cancella le graduatorie dei punteggi dei docenti, garanzia di trasparenza e legalità, sfrutta gli studenti liceali con l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria al mattino, quindi in orari in cui invece si dovrebbe studiare e favorisce la privatizzazione della Scuola di stato.
La privatizzazione ovviamente sacrificherà il diritto allo studio con l’introduzione della retta, che graverà sulle famiglie, per la frequenza scolastica dei propri figli.
Con questo referendum i docenti intendono fermare il Governo Renzi pronto a legiferare, entro dicembre, ben nove deleghe in bianco che porteranno allo smantellamento totale della Scuola Pubblica, come è già accaduto per la Sanità.
Alla raccolta firme di Lamezia terme saranno presenti i delegati FLC-Cgil, Gilda e referenti comitati no triv.


domenica 3 aprile 2016

Addio, Jo, non ti dimenticheremo mai!



E’ morto Josè Formica, un amico, un collega, che amava la scuola ed i suoi studenti. Un lottatore contro le ingiustizie e le storture, sempre dalla parte dei più deboli. Figlio di un partigiano, egli stesso partigiano degli anni duemila. Stamattina, la tristissima notizia, che ha sconvolto me e tutti quei colleghi che lo stimavano e che con lui avevano condiviso lotte, riflessioni e tanta tanta sana ironia. Anticonformista nel senso vero e costruttivo del termine, contro un sistema sempre più asfissiante, Jo aveva condiviso e partecipato alla battaglia civile e democratica dei Partigiani della scuola pubblica, con fierezza e tempra lodevole. Come dimenticare la sua tristezza, lontana però dalla rassegnazione,  nel constatare le brutture della cosiddetta Buona scuola! Ha lottato, per quel che ha potuto,  e di questo gli siamo riconoscenti. Così come riconoscenti saranno sempre  i suoi studenti , che qui voglio ricordare, nei volti affranti di tre di loro, con i quali, nell’immediatezza dell’evento,  ho condiviso il senso di smarrimento e di dolore.  Era, per loro, il PROFESSORE,  autorevole ed amabile, che sapeva cosa e come insegnare: la Storia dell’Arte, il valore e il fascino della Bellezza, trasmessi con sensibilità e passione.
Addio, Jo, non ti dimenticheremo mai!
Per gli Insegnanti calabresi: Rosanna Giovinazzo