Se Atene
piange, Sparta non ride, dice un vecchio proverbio.
E’ il caso dei
docenti e del Dirigente Manager della trista riforma renziana.
E’ argomento
all’ordine del giorno presso tutti i Collegi la definizione delle priorità degli ambiti di potenziamento
dell’Offerta Formativa ai fini dell’individuazione dei docenti
dell’organico potenziato da reclutare nell’ultima fase del piano assunzioni.
L’organico di potenziamento è un elemento
innovativo del piano assunzioni. Si
tratta di insegnanti senza cattedra assunti per essere assegnati per un
triennio nel numero variabile di 3-8 unità ai vari istituti al fine di
potenziarne l’offerta formativa in base alle linee guida previste dal Dirigente
Scolastico.
Qui si apre uno
scenario estremamente fantasioso circa l’impiego di queste persone, che non
avranno né un ruolo ben preciso, né risponderanno alle richieste del Dirigente
perché dall’USR perverranno docenti che
potrebbero appartenere ad uno qualunque dei sette ambiti del Ministero,
seguendo la logica della disponibilità dell’offerta, non della specificità
della domanda.
Dopo che i
Dirigenti avranno dunque scritto carte a iosa per richiedere l’ignoto, indotti
dalla legge 107, avranno pure il problema di trovare a questa gente qualcosa da
far fare nelle 18 ore settimanali in cui dovranno essere impiegati. Non sarà
possibile, a meno di non trovare finanziamenti esterni, farli lavorare nelle
ore pomeridiane, poiché il potenziamento dell’Offerta Formativa può essere
effettuato solo senza oneri per la pubblica amministrazione, salvo che la
scuola non resti aperta per altre attività.
Dunque, quando
effettuare il potenziamento?
Che potenziamento si può programmare se non si sa
neanche quali professionalità vi saranno impiegate? E se non si conoscono
neanche le risorse di cui si dispone da eventuali finanziamenti privati di là da
venire?
Se un dirigente
Scolastico dovesse disporre di avvalersi dell’organico di potenziamento non è
affatto peregrina l'ipotesi per cui potrebbe incorrere in responsabilità civile
/ amministrativa nei riguardi del docente che si vedesse "utilizzare"
con finalità diverse da quelle per cui è precipuamente destinato; e in
responsabilità contabile nei confronti dell'erario, poiché consumerebbe uno
storno di risorse da "un capitolo" altro rispetto a quello suo
proprio.
E allora ecco
prepotente il paradosso, per cui il D.S. potrebbe (a spese proprie, stante il
venir meno della stampella dell'Avvocatura dello Stato!) esser convenuto
dinanzi a un Giudice perché ha applicato una norma risultante confliggente con
altrettanti precetti normativi e diritti tutelati! E allora il D.S.
"discretamente" oculato potrebbe evitare di richiedere un
potenziamento "al buio", come hanno fatto già alcuni più flessibili e
lungimiranti.
Stessi rischi
potrebbe correre il Dirigente qualora il tirocinio formativo dell’alternanza
scuola-lavoro si tramutasse in una sorta di impiego di bassa manovalanza a
costo zero, per il quale si potrebbero configurare anche fattispecie di reati.
I Dirigenti
sono, com’è noto, l’interfaccia contrattuale della scuola e con una legge come
questa hanno ben poco da stare allegri. Prescrizioni assolutamente inattuabili
tutte a loro onere, responsabilità gravose senza finanziamenti pubblici e senza
criteri attuativi.
É sotto gli
occhi di tutti che l’incostituzionalità e la fumosità della norma sono destinate
a sfociare in una pioggia di lavoro inutile, inefficienze del servizio e rischi
professionali altissimi.
Il consiglio da dare anche ai Dirigenti è lo
stesso dato a tutte le categorie del settore: non operare in mancanza di regole
certe, rifiuto di programmare assurdamente al buio un’attività di
potenziamento, rifiuto di definire le priorità degli ambiti di potenziamento
senza garanzie per loro, per gli studenti e per i docenti.
Rifiuto di dare
attuazione al tirocinio formativo in assenza di enti che possano realmente
soddisfare questa prescrizione nonché di condizioni che tutelino gli studenti
nei loro diritti e tutti gli operatori del settore scolastico nelle loro
prestazioni.
L'auto-tutela
in circostanze come questa diventa solo l’esercizio di un diritto-dovere
inalienabile.